SAP Best Practices: ispirarsi ai migliori (?)

Con il termine “SAP Best Practices” (“pratiche migliori”) facciamo riferimento alla piattaforma di contenuti SAP che definisce le best practice di attività aziendali come gli acquisti, la produzione, la gestione degli ordini, etc. e permette di implementarle rapidamente con una cosiddetta “Rapid Deployment Solution” ( soluzione di implementazione rapida).

Le Best Practices sono pacchetti modulari testati e preconfigurati, che includono la documentazione necessaria e consentono l’implementazione immediata di funzionalità aziendali in SAP.

Le SAP Best Practices raccolgono l’esperienza di SAP e dei consulenti del settore e sono continuamente aggiornate per far fronte alle più recenti tendenze e per includere le innovazioni tecnologiche. Derivano dall’esperienza accumulate da SAP e da decine di partners in quasi 50.000 implementazioni del Sistema in oltre 50 paesi.

Le Best Practices si compongono di due elementi principali – la descrizione di quello che viene considerato il processo standard e una descrizione di come il software deve essere configurato per gestire il processo.

Quale è il contenuto dettagliato di un pacchetto di Best Practice SAP?

Un pacchetto SAP Best Practice consiste, in generale, di documenti, script e file necessari per caricare nel sistema le impostazioni ed i dati (per esempio il master data e la struttura organizzazionale).

Nello specifico una Best Practice è costituita da questi elementi:

Software: i prodotti software SAP e le relative licenze necessari per il funzionamento del pacchetto.

Contenuto dell’implementazione (“Implementation Content”): una descrizione in dettaglio di come il processo deve essere configurato nel sistema.

Descrizione del processo aziendale: Un documento che descrive il processo in forma grafica (ad esempio con diagrammi di flusso) e testuale.

Guida rapida di installazione

Guida alla configurazione: un documento che descrive in dettaglio come configurare il sistema manualmente se necessario.

Master data: dei dati di esempio di una cosiddetta “società modello” con una struttura organizzativa tipica da cui partire per configurare la best practice con la struttura effettiva.

Casi di prova: test pronti all’uso per verificare il funzionamento dell’installazione.

Materiale didattico di formazione

Le SAP Best Practices non ci diranno quale è il modo per guadagnare più della concorrenza.

Ci aiuteranno però a disegnare dei processi aziendali che:

• Rispettano i requisiti legali del paese nel quale operiamo
• Registrano i movimenti finanziari rilevanti
• Permettono di generare dei report significativi ed utili per la dirigenza
• Si integrano con altri prodotti e con altri processi aziendali

L’obiezione più ovvia contro l’uso delle best practices è che se tutte le imprese facessero la stessa cosa non sarebbero differenziate e non avrebbero nessun vantaggio competitivo nel mercato. L’obiezione diventa ancora più forte quando viene fatto notare che la definizione del processo ideale viene da un venditore di software “generalista”, mentre l’impresa potrebbe essere attiva in un mercato altamente specializzato.

La risposta di SAP è che non tutti i processi aggiungono lo stesso valore. Alcuni di essi potrebbero non appartenere alle “competenze principali” (core competence) della società e potrebbero essere processi puramente amministrativi (ad esempio la gestione delle ferie o la creazione delle buste paga).

Le competenze che distinguono l’impresa dai concorrenti e che creano un vantaggio competitivo sono usualmente processi rivolti verso l’esterno (ad esempio il processo “order to cash”).

Nella pratica diverse imprese dello stesso settore potrebbero avere differenti processi “chiave” che le differenziano nel mercato.  Lo stesso processo per una impresa poterebbe essere a basso valore aggiunto mentre per un concorrente poterebbe essere un fattore di differenziazione.

Si tratta evidentemente di un tema controverso. Alcuni consulenti credono che si tratti semplicemente di uno strumento di marketing, un meccanismo per vendere il software “cosi come è” facendo passare l’idea che se al cliente non va bene il problema è suo, dato che non sta seguendo il modo corretto di fare le cose.

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